IL DIVARIO DIGITALE AD ANAGNI
Si chiama “divario digitale” in inglese “digital divide”.
Si tratta del divario esistente tra le persone che possono accedere alle moderne tecnologie e quelle che non hanno la medesima possibilità.
Questa problematica, in essere sin dai primi anni della diffusione di internet e delle tecnologie informatiche, esiste in effetti in molte zone del mondo.
Esiste perché le Società che hanno avuto il compito di eseguire i lavori hanno sempre preferito investire sulle zone con maggiori possibilità di ritorno economico.
Parliamo di grandi agglomerati urbani, oppure centri ad ampia frequentazione commerciale o abitativa.
L’Italia, per la sua conformazione geografica e storica, è fatta di piccoli borghi decentrati, eretti su colline o in mezzo a valli, lontani dai centri urbani.
E’ chiaro quindi che un operatore telefonico difficilmente investe somme di denaro per portare connettività e sviluppo in queste aree, perché la domanda è troppo bassa e tale da non giustificare i costi dell’investimento.
Il nostro Paese, non nuovo a questo approccio commerciale e non “sociale”, è oggetto di richiami da parte dell’Europa sulle condotte monopoliste dei vecchi gestori telefonici ed in generale sulla gestione del servizio da erogare a tutti i cittadini.
L’accesso alle reti di nuova generazione è un fattore strategico per favorire la competitività del sistema economico locale, la qualità della formazione scolastica, le opportunità di accesso alle informazioni.
Si configura come un vero e proprio diritto di cittadinanza, da identificare quale elemento di maggior coesione all’interno della comunità.
E’ quanto sancito dal Consiglio sui diritti umani delle Nazioni Unite.
In Italia solo dal 2015/2016 c’è stata una svolta con il primo bando nazionale per la posa di strutture ad alta tecnologia in grado di raggiungere tutti i cittadini, anche quelli abitanti in zone remote.
Grazie a questi bandi il Paese è progredito, ma non è così per la nostra città.
Ad Anagni la disponibilità delle infrastrutture di accesso alla rete è a macchia di leopardo.
Questo non è casuale ed è il frutto delle politiche tecnologiche attuate negli anni.
Ci sono moltissime zone di periferia che non hanno nessun accesso ad internet e allora via libera all’arte di arrangiarsi: antenne con Sim, antenne dei provider locali oppure nazionali, contratti da migliaia di € per le società che possono permetterselo.
LiberAnagni ha recepito moltissime lamentele da scuole, cittadini, aziende: tutti scoraggiati da questa situazione cui cercano di porre rimedio come possono.
Le tecnologie ad onde-radio non offrono la stessa affidabilità del cavo e soprattutto per le scuole e le aziende è importante che il servizio sia erogato ininterrottamente, cosa che anche una brutta giornata di maltempo può ostacolare nel caso delle trasmissioni radio.
Siamo indignati perché non solo in passato non si è fatto nulla per colmare questo gap, ma anche oggi vi è l’immobilismo più assoluto.
Il Comune di Anagni ha aderito al bando molto tardi, generando grossi ritardi e limiti ai lavori per la posa della fibra.
Da parte dell’amministrazione non c’è mai stata dimostrazione di interesse allo sviluppo tecnologico della città.
LiberAnagni oggi chiede una cabina di regia e una presa di posizione riguardo al problema!
E’ importante proprio in vista delle nuove tecnologie che verrano usate per l’erogazione dei servizi al cittadino.